La vicenda Pedercini

Il 1922 fu un anno cruciale per la banda di Vezza d’Oglio. Da un periodo di rapido e forte sviluppo, cadde, in breve tempo, in un periodo di profonda crisi dovuta alla perdita della direzione tecnica.

La dipartita del Maestro Castelvedere è evidenziata anche nel diario del M.tro G.B. Occhi, attribuendo la colpa di quanto avvenuto, ad un episodio accaduto nell’autunno di quell’anno con protagonista un certo segretario comunale, tale Pedercini. Segretario molto pignolo e deciso a far rispettare le regole, in particolar modo sul pagamento delle tasse, Pedercini non poteva certo coesistere con la Vezza d’Oglio molto povera di quell’epoca, in cui, per la quasi totalità delle famiglie (quasi tutte numerose), era un’impresa riuscire a sfamare i propri figli; questo aggiunto, pare, all’attrazione per il gentil sesso (famosa la frase pronunciata dagli accusatori: “Che ‘l ve de dit polastre e ‘l va de fò galine”). La situazione era così diventata insostenibile e pronta a crollare in qualsiasi momento.

A distanza di oltre ottant’anni è stato possibile ricostruire l’episodio grazie al racconto della Sig.ra Caterina Poli, il cui padre fu incaricato di trasportare Pedercini fuori Vezza d’Oglio:

_”La scintilla che fece scoppiare la rivolta fu il mancato pagamento di un contributo alla Banda musicale. La sera ci fu un primo tentativo d’aggressione ma Pedercini riuscì a sfuggire ai rivoltosi; la mattina seguente, Don Faustino (all’epoca presidente della banda ed, a quanto pare, uno dei cospiratori), fece suonare le campane a festa in segno di trionfo per l’imminente cacciata del segretario indesiderato. Perdercini, resosi conto della situazione, fuggì trovando rifugio dai nobili Vezzesi, (secondo alcune testimonianze si sarebbe rifugiato dalle suore presso l’asilo), i quali, prima lo difesero armati, quindi immortalarono i ribelli e poi chiamarono i carabinieri di Edolo e Ponte di Legno per sedare la rivolta. L’intervento dei carabinieri altro non servì se non a scortare il Pedercini fuori paese tra gli sputi e gli insulti della popolazione vezzese.

Tuttavia la rappresaglia contro i rivoltosi non si fece attendere. Già nel tratto di strada che separa Vezza d’Oglio da Edolo (in prossimità dei tornanti), ci fù l’incontro tra Pedercini ed il prefetto di Brescia scortato da n°40 alpini dell’Esercito Italiano pronti ad intervenire contro i ribelli vezzesi.. Qui il Prefetto rassicurò il Pedercini affermando: “Li sistemo io quelli di Vezza”; infatti, appena arrivati a Vezza d’Oglio, fece mettere immediatamente sotto assedio il paese piazzando ben quattro mitragliatrici dislocate nei punti ritenuti strategici del paese (Piazza IV Luglio, Ponte dei Cordinèi, Piazzetta “Motoi” e Piazzatta “Garboi”). Furono arrestate circa quaranta persone, tra cui dieci donne e Don Faustino ritenuto il promotore della rivolta, condannate a scontare tre mesi e mezzo di reclusione in carcere. Molte altre, per sfuggire all’arresto, furono costrette a svernare nelle baite fino a quando il clima si calmò. Da quel momento per garantire l’ordine pubblico fu istituita la stazione dei Carabinieri di Vezza d’Oglio.”

La banda musicale, pur non essendo coinvolta, lo divenne nel momento in cui una parte degli strumentisti festeggiò la partenza di Pedercini suonando alcuni brani. Il maestro Castelvedere fu così coinvolto di riflesso come responsabile della banda e costretto a lasciare Vezza d’Oglio per ritornare a Brescia. Per la banda di Vezza d’Oglio fu l’inizio di un periodo di declino.

Fotografia del 1927 raffigurante le bande musicali di Vezza d’Oglio e Vione (n°7 componenti della banda di Vezza d’Oglio con n°11componenti della banda di Vione). Da sinistra in alto: Tognali Pietro, Leggerini Battista, Riva Bortolo, Zampatti Raffaele, Gregorini Antonio, Tognali Americo, Occhi G.Battista. Da sinistra al centro: Poli Antonio, Testini Gianni, Testini Battista, Quadrubbi Paolo, Quadrubbi Giuseppe, Sterli Bortolo, Da sinistra in basso: Bonavetti Adamo, Pietroboni Vincenzo, Busca Giuseppe, Tognali Evaristo,poli Giuseppe .La fotografia è stata ritrovata nell’ archivio personale del Maestro Occhi G.Battista unitamente all’ elenco dei componenti raffigurati.

Trascrizione:

ap. I Costituzione

Per iniziativa dell’On. Podestà di Vezza d’Oglio è costituito il Corpo musicale fascista alle dipendenze del Municipio, avente per (…) 1° di raccogliere gli operai ed in particolar modo i giovani per istruirli nello studio della musica; 2° per dar “concerti sia pubblici che privati”; purchè non siano a (…)

Cap II Soci

Art. 1 Saranno “I” soci attivi tutti coloro che verranno dichiarati idonei al suono e che si obbligano ad intervenire a tutti gli esercizi o concerti .

2° Saranno soci coloro che annualmente verseranno la quota di £….

3° Saranno soci onorari coloro che verseranno una volta tanto la somma di £….

Art. 2 Per essere ammessi in qualità di soci attivi si dovrà far domanda per iscritto alla direzione Chiunque a giudizio del maestro o di chi per lui non fosse giudicato idoneo viene nei (…) della “direzione” receduto.

Art. 3 Ogni socio che “mancasse” nei suoi doveri sia come cittadino italiano, come “verso” la direzione o verso il corpo musicale potrà essere espulso dal corpo stesso a giudizio della direzione.

Art. 4 I soci attivi non sono tenuti a spesa alcuna, come nulla possono percepire per qualsiasi servizio prestato sia pubblico che privato; verranno però pagate le spese di viaggio, vitto ed alloggio e “data una gratificazione”da stabilirsi dalla Direzione per le ore o le giornate di lavoro che “dovessero” perdere

Cap. 3° Direzione

La Direzione del Corpo musicale qua nominata “dall’ Onorevole Podestà”e sarà composto da un Direttore, Vicedirettore, Segretario e da due membri, uno dei quali sarà maestro o Capo musica.

Cap. 4° Disciplina

Tutti i soci attivi del corpo musicale devono osservare il massimo rispetto ed obbedienza verso la direzione, il Maestro ed in mancanza “momentanea” di questi verso il capo Musica.

Cap. 5 Lezioni e servizi

Art. 1 Tutti i soci sono strettamente obbligati a frequentare le lezioni stabilite dalla direzione d’accordo con il maestro o capo musica ed all’orario prescritto.

Art. 2 Il socio che per necessità non potesse presentarsi a qualche lezione deve giustificare tale necessità presso il Maestro o Capo musica.

Art. 3 Coloro che “arbitrariamente” mancassero alle lezioni verranno deferiti alla direzione

Art. 4 In occasione dei servizi tutti devono prestarsi ed attenersi con precisione alle disposizioni di “riunione” di marcia, di esecuzione e di ritorno.

Cap. VI Strumentazione

Art. I Il corpo musicale è munito di strumenti (…) di sua proprietà, che consegnerà ai singoli soci, per le esercitazioni e i servizi

Art. 2 Non è permesso portare fuori dal locale d’istruzione il proprio strumento senza il consenso del maestro; come pure abbandonarli in altri locali o cederli ad altri soci o persone.

Art. 3 E’ stretto dovere del musicista di tenere in perfetto ordine l’istrumento, quindi ogni danno “arrecato” a questo, ne risponde. E solo in “casi giustificanti” viene esonerato dal pagamento del guasto .

Art. 4 Spartiti, musica, libretti e “carta da musica” ed accessori vengono forniti dalla direzione ai musicanti i quali ne devono avere stretta cura.

Cap. VII (…)

E’ proibito ai musicanti costituirsi in gruppi “a scopo di (…)” senza il permesso della direzione.

….Art 7 il Consiglio del Corpo musicale è composto da un (…)cassieri, Vice direttore e un Segretario scelti dal Consiglio di amministrazione (…) e dal Maestro Capo musica e di altri due membri scelti dal Podestà


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