Dal primo dopoguerra alla seconda guerra mondiale.

Fotografia scattata l’11 Novembre 1920 a Brescia in occasione di un concorso di bande bresciane in cui il Corpo musicale comunale di Vezza d’Oglio si piazzò al terzo posto. A sinistra nella prima fila in piedi è riconoscibile il Maestro Castelvedere

Nell’anno 1915 la banda dovette sciogliersi poiché gran parte dei componenti furono arruolati nell’Esercito Italiano e, in più, la zona era particolarmente pericolosa essendo a ridosso del fronte del Passo Tonale.

Dopo la fine della guerra, attorno al 1920, l’encomiabile Don Faustino, con la sua infaticabile opera, rifinanziando di propria tasca, permise la ripresa dell’attività musicale della banda. A dirigerla, non essendo più disponibile il precedente maestro trasferitosi per motivi di lavoro, fu chiamato il Maestro Castelvedere. Istruttore presso l’opera Artigianelli di Brescia, Castelvedere, oltre che maestro di musica, fu anche insegnante di disegno e falegnameria presso l’Istituto di Vezza d’Oglio, sezione distaccata della scuola bresciana stessa. Proprio in quegli anni la banda ebbe uno dei periodi di maggiore sviluppo, aggregando alla stessa nuovi giovani fino a raggiungere il numero di 44 elementi. L’opera del Maestro Castelvedere fu di particolare importanza per il futuro della banda poiché fra gli allievi figurava un certo Giovanbattista Occhi, persona di particolare talento musicale, che avrebbe occupato il posto del maestro stesso qualche anno dopo il suo ritorno a Brescia.

Castelvedere diresse la banda per tre anni, fino a quando, causa la “vicenda Pedercini” (vedi pagina seguente), fu costretto a ritornare a Brescia lasciando la banda priva del direttore.

Nel frattempo, la riorganizzazione delle associazioni imposta dal regime Fascista, non risparmia nemmeno la banda musicale che deve modificare la propria denominazione in Banda del dopolavoro. Leggendo lo statuto risalente a quel periodo (più avanti è riportato il testo originale con relativa trascrizione) risulta evidente la riorganizzazione dell’associazione secondo i canoni del nuovo ordinamento politico.

La partenza di Castelvedere lasciò un enorme vuoto nella figura del maestro. Lo sostituirono dapprima Poli Antonio (Foce), che diresse la banda per otto anni (1923-1931) prima di ritirarsi per motivi di salute, e poi Agostini Giovanbattista (fornasì), che la diresse fino a tutto il 1933 prima di ritirarsi anch’esso.

Gli ultimi due maestri, pur essendo eccellenti direttori, non curarono particolarmente il settore allievi riducendo la banda a n°11 elementi. Questi, dopo le dimissioni di Giovanbattista Agostini, scelsero come nuovo maestro Giovanbattista Occhi (ciüsc).

Giovanbattista Occhi, il maestro destinato a dirigere la banda musicale per quasi sessant’anni, in breve tempo (circa un anno) raddoppiò il numero degli strumentisti, portandoli a n°24 elementi, con l’introduzione di n°13 allievi. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, il neo maestro fu coadiuvato da un altro grande esperto di musica per banda: il Maestro Gregorio Buffi. Del suo passaggio nella banda di Vezza è rimasto poco a livello di documenti, se non il messaggio del Federale che esorta i dirigenti della banda a trovargli una sistemazione definitiva. Tuttavia il nome del Maestro Gori (così era chiamato), è rimasto nella memoria dei suoi allievi di allora oltre che per le capacità musicali, anche per la disciplina rigida cui si doveva attenere durante le lezioni.


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